Il portale dove ogni notizia non è obiettiva, gli articoli vengono scritti basandosi sul sentito dire e le voci di corridoio, dove si svelano i misteri delle squadre costruite dai giocatori/senatori, dove non tutti hanno diritto di parola e di difesa... insomma tutto come nella vita reale solo che questo è IL MONDO DELLA PALLAVOLO TRENTINA, dove ogni cosa va all' incontrario.
Video, interviste fatte ad amici e nemici del mondo del sottosuolo delle categorie nazionali, il basso livello del volley regionale visto dagli occhi di chi contribuisce ad abbassare gli standard!

Beach and ball 2

Beach Volley - Beach Ball 2

Un giochino di Beach Volley, in stile manga, semplice ma simpatico e di buona giocabilità.Il gioco è in coreano, ma i bottoni di selezione sono piuttosto intuitivi. Selezionate dunque la modalità '1 player', scegliete una delle 4 ragazze (ognuna con caratteristiche differenti dalle altre), e selezionate il primo livello di gioco, che è l'unico inizialmente disponibile.Bene, la partita ha inizio... alla guida della ragaza scelta, usate le FRECCE direzionali per muovervi, la 'è' per saltare quando vorrete schiacciare, e la 'à' per palleggiare o schiacciare la palla.Intuizione, velocità, e collaborazione con la vostra compagna saranno gli elementi fondamentali per superare tutte le sfide del torneo e diventare la reginetta assoluta di Beach Volley.

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martedì 12 febbraio 2013

Quando le cose vanno al contrario.



La pallavolo trentina vive di paradossi che, come il dizionario recita è una “ proposizione che per forma o contenuto si oppone all'opinione comune o all'esperienza quotidiana, riuscendo perciò sorprendente o bizzarra”. Uno di questi paradossi è senza dubbio quello legato, nella pallavolo maschile, al tema degli allenamenti: se un atleta ripercorre la sua “carriera” noterà come agli anni felici delle giovanili dove ci si faceva il mazzo in palstra alla parete, eri seguito con attenzione, ti beccavi i rimproveri che ti meritavi si sono sostituiti, appena messo fuori il naso nel mondo, anni tragici di confusione e pressappochismo, inevitabile preludio per molti all’ abbandono dell’ attività agonistica per i più divertenti campetti dell’ oratorio.
Mi spiego meglio: ma non dovrebbe essere che più vai avanti negli anni, più apprendi i fondamentali, affini la tecnica (e di conseguenza meglio giochi) migliori anche il livello dello stare in palestra? E invece il Trentino che noi tanto amiamo va all’ incontrario. Sì perché nelle giovanili dove non sei bono neanche a far arrivare un pallone in posto 4 hai dietro 1° 2° allenatore, dirigente accompagnatore, scoutman che ti dicono come posizionare i piedi, girare il busto ecc. E invece dopo, in serie C la MASSIMA categoria regionale sei fortunato se agli allenamenti ti presenti in 10, se il tuo allenatore non dice la fatidica frase “stasera calcetto” (questo per due volte in settimana perché logicamente andando avanti con gli età 3 allenamenti sono troppi…4 figuriamoci) e se al sabato metà squadra non va alle terme con rispettive morose o a qualche festa di compleanno. So cosa state pensando: “ ma cosa rompi, giochi in serie C trentina, dove il livello è pessimo, se metti fuori il naso dalla regione prendi mazzate, pensa a lavorare…ma se sei così forte vai in serie B (non che attualmente ci sia molta scelta anche di quelle in regione). Ma su questa cosa vi faccio riflettere: già nel maschile i numeri sono ridotti all’ osso, praticamente non si riesce più ad organizzare campionati senza la presenza dei fuori quota (invidia massima per il femminile che deve fare 4 gironi per ogni campionato giovanili che non ci stanno tutte in palestra): se poi la prospettiva per questi ragazzini è finire in “prima squadra” dove si fa tutto forchè giocare a pallavolo e uno non ha la possibilità/capacità di andare a giocare fuori perché ci si stupisce tanto dell’ abbandono dei ragazzi o degli scarsi numeri? Io farei un bel mea culpa e eviterei di filosofeggiare sull’ argomento.
Arriviamo all’ ultimo punto, quello che piace tanto ai contabili: i soldini. Sarà mica un caso che i migliori allenatori del maschile, che da tempo immemore lavoravano nel settore anche con ottimi risultati in B2 e B1 (si bambini un tempo in trentino c’era la B1, ma che dico LE B1…ne avevamo ben 2)siano passati ad allenare U14 femminili? Dite che volessero aggiungere a curriculum l’ esperienza? Di certo non puoi restare nel settore maschile se vedi che i tuoi colleghi nel femminile prendono il doppio di te e vedi che tutto intorno la situazione sta precipitando.
Quindi siamo d’accordo, ad oggi non possiamo permetterci di avere le B2 e le B1 come una volta, c’è la crisi e probabilmente non ci sono neanche i nomi per provare a salvarsi ( anche se io qualche idea di outsider ce l’ avrei): ma dite che fa così schifo fare una bella squadra in serie C, è una così brutta lettera che tutti la evitano e la bistrattano? Non faccio il contabile ma penso che tenere in piedi una serie C con un progetto (mamma che parolona) a lungo termine non sarebbe proprio una brutta cosa. Io di società che lavorano così ne ho incontrate negli anni e ho sempre visto raccogliere i frutti più o meno grandi che fossero. Certo è che se fosse così facile ci avrebbero pensato sicuramente altri, non scopro certo io l’acqua calda…(forse)  

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